Squalificati eccellenti, gente che prende 100 punti e la settimana dopo vince, presidenti keniani, haka: il meglio e il peggio della settimana rugbystica.
L’anno prossimo nelle coppe europee più importanti (Champions e Challenge) ci saranno solo 2 italiane. Il minimo storico, o comunque il minimo da molti anni. Nella coppa di qualificazione hanno trionfato rumeni e russi che hanno dimostrato di essere più forti delle nostre 2 squadre più forti di Eccellenza. Solitamente russi e rumeni poi in Challenge non demeritano, bravi loro, un’altra ragione in più per noi di ragionare sullo stato della baracca italica. Passiamo l’ovale a chi di questo si occupa, per altro tra poco ci sono anche le elezioni federali…
The good
Una squadra che una settimana prima ha preso una valanga di mete, la settimana dopo coglie la sua prima vittoria in un torneo complicatissimo come il Super Rugby, vittoria che significa anche molto in termini di “nazionale” maggiore. I Sunwolves giapponesi hanno battuto i Jaguares argentini. In sostanza è stata un quasi test match Giappone contro Argentina, e ha vinto il Giappone. Questo ci dice molto sullo spirito che dovrebbero avere certe squadre: sempre affamate, agguerrite, combattive. Provarci sempre, insomma. Ora i nostri team di Celtic viaggiano da mesi con continue sconfitte e passivi enormi, senza l’0mbra di un segno di risveglio. I giappi ne prendono quasi cento e poi battono gli argentini. Crediamo che meglio di questo a rappresentare il “good” in una settimana rugbystica non ci sia.
The bad
Massimo Cuttitta, grandissimo ex pilone azzurro, una delle bandiere della nostra nazionale, si è preso 10 mesi di squalifica perché al termine di Piacenza-L’Aquila ha – così riporta la sentenza del giudice sportivo – minacciato, insultato e fatto un atto violento contro l’arbitro. Cuttitta ha detto che presenterà ricorso. Non sta a noi giudicare, c’è un arbitro, un referto, una giustizia sportiva con tanto di possibilità di ricorsi e appello, a loro le decisioni. Quello che preme a noi è stigmatizzare un clima che prende sempre più piede in uno sport che dovrebbe fare del concetto di rispetto il suo primo valore. Nella stessa giornata della squalifica di Cuttitta 2 giocatori del Brescia sono stati espulsi, anche in questo caso offese all’arbitro. In Francia l’estremo Tian Silvère si è preso 15 mesi per aver tentato di aggredire l’arbitro Poite a fine partita come vedete nel video qui sotto.
3 bruttissimi episodi in un solo fine settimana. Qualche giorno prima un arbitro era stato aggredito in Georgia, in Sudafrica nel recente passato ci sono stati momenti molto brutti. Certo c’è chi dice che 20, 30 anni fa era peggio e che il terzo tempo non esisteva e spesso l’arbitro rischiava e la scazzottata tra tifoserie con anni di rivalità alle spalle era anche “normale”. Si potrà sempre trovare motivo di giustificare, minimizzare. Cioè si potrà sempre trovare un modo per sottovalutare. Noi di sottovalutare non abbiamo alcuna voglia, perciò queste cose ci fanno male. Non si tratta di fare la morale a nessuno, in campo si lotta, anche con ardore: è pur sempre uno sport di combattimento, ma non è una rissa: ci sono delle laws, come giustamente (e non casualmente) sono chiamate in area britannica. Laws, non regole. Ed esse segnano un confine che è anche fatto da un comportamento in campo e fuori che dovrebbe connaturare quel combattere e rispettare tipico dello sport ovale.
Cerchiamo tutti di restare legati al valore di questi valori.
Money
Non ci sentirete fare il pippone sulla sacralità dell’haka, sul rispettare certe cose che magari noi capiamo poco, perché non abbiamo nulla di simile. Però, vedere questa cosa, più che dar fastidio in senso “etico” o di “opportunità”, dà fastidio come senso estetico.
Cosa stanno facendo questi tizi e, soprattutto, perché? Pare che dietro ci sia uno spot pubblicitario. A vederlo così sembra solo una parodia venuta male.
E appunto mentre pensavamo a tutto questo abbiamo visto in giro per la Rete questa immagine, che forse dice molto di più di tanti commenti.
Niente presidenti nelle touche
Il Kenia ha appena vinto una tappa delle Rugby Seven Series. Una roba importante, con seguito enorme nel mondo. Ebbene quando sono tornati a casa hanno ricevuto un’accoglienza da eroi con tanto di tappeto rosso in aeroporto, danze, limousine. Poi sono stati ricevuti nel palazzo presidenziale. Dove anche il presidente ha tentato, malamente, di fare una touche. E se non c’erano sotto delle belle manone a salvarlo finiva a terra a grattarsi la cervicale… Vedendo la scena ci è venuto in mente un pari possibile tentativo di touche effettuato da Matteo Renzi. Ma domandarci se potrebbe venire meglio o peggio, attualmente, ha poco senso dato che l’Italia nel torneo seven maggiore non gioca e fa pure fatica nei tornei minori.
joseph k.