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Scozia sconfitta a Murrayfield

Written by Rugby.it

Un’Inghilterra cinica batte una Scozia poco concreta

Non si può certo dire che sia stata bella la partita di Murrayfield fra una Scozia che costruisce tanto e conclude poco ed un’Inghilterra che fa punti senza fare gioco. Per ora basta così, e Eddie Jones può rallegrarsi di questo esordio vincente alla guida dei bianchi, ma contro altri avversari ci vorrà sicuramente di più. La Scozia, per parte sua, può solo prendersela con la propria inconcludenza, dopo aver sviluppato una gran mole di gioco, a tratti persino pregevole, ma sempre senza alcuna capacità di trasformare il gran lavoro in punti, sempre con l’errore pronto a sporcare le manovre fin lì efficaci.
All’inizio è il ritmo a ben impressionare: le due formazioni ci danno dentro con impeto lodevole, ma altrettanto poco lodevole confusione. E’ degli inglesi la prima manovra di senso compiuto, ed è una sorta di marchio di fabbrica del gioco inglese da quando al posto di Jones c’era Clive Woodward: pick&go ripetuti dentro i 22, scarico indietro e drop da posizione azzerata; solo che Ford non è Wilkinson e il suo calcio, al 10’, finisce fuori. Un minuto dopo è una buona iniziativa individuale di Novell a spaccare la partita: l’ala di Exeter lanciata in velocità effettua un ottimo calcio a seguire che Hogg è costretto a portare dentro l’area di meta dove viene placcato. Sulla successiva mischia ai 5 il pack bianco lavora bene e Kruis sfrutta due placcaggi molto deficitari degli scozzesi per schiacciare oltre la linea; la trasformazione di Farrell porta il risultato sullo 0-7 al 13’.
A questo punto gli inglesi spariscono dal campo per un po’ e sono i padroni di casa a prendere le redini del gioco. La manovra è buona, ma si ha sempre l’impressione che sia destinata a non arrivare mai in fondo. Comunque Cole, che con Haskell per tutta la partita farà un lavoro sporchissimo quanto utile per i suoi in ogni breakdown, esagera non rotolando via e l’arbitro punisce, mandando al 16’ in piazzola Laidlaw che accorcia le distanze, 3-7.
E’ ancora la Scozia che continua a manovrare, ma gli inglesi sembrano controllare senza troppa fatica e senza troppi rischi; al 28’ è un tenuto bianco a mandare ancora Laidlaw al calcio, ma, stavolta, il 9 del cardo fallisce il colpo.
E’ questa una fase particolarmente confusa della partita: gli scozzesi premono giocando bene fino ai 22 avversari, dove, poi, puntualmente si sfaldano commettendo errori di handling o facendosi catturare dalla difesa; gli inglesi, per parte loro, continuano a controllare senza dannarsi troppo l’anima. Al 37’ è un altro fallo di tenuto dei bianchi che consegna a Laidlaw un nuovo calcio, che stavolta centra i pali per il 6-7. Il tempo si chiude, poi, con la Scozia ancora avanti profondamente nei 22 avversari, ma sempre con l’incredibile capacità di sciupare con un errore, una scelta incongrua o un fallo le proprie stesse migliori intenzioni.
Si va al riposo con la netta impressione che nulla possa far vincere una squadra come la Scozia, capace di fare le cose giuste sempre nelle parti sbagliate del campo e quelle sbagliate dove non dovrebbe. I bianchi sono in campo e hanno fatto una meta; difficile aggiungere altro.
Il secondo tempo inizia come si era concluso il primo, con gli scozzesi che continuano ad attaccare riuscendo a sbagliare sempre le scelte decisive nei momenti decisivi e nelle zone di campo decisive. Va, comunque, riconosciuto che la difesa inglese, che in giro per il campo non impressiona troppo, riesce a salire moltissimo di intensità dentro i propri 22, aiutando, per così dire, gli scozzesi a sbagliare.
Come sempre accade nello sport c’è un limite agli errori che puoi commettere senza pagare dazio, e così gli inglesi, appena si affacciano dall’altra parte del campo, trovano subito un piazzato al 48’, che, però Farrell fallisce e, due minuti dopo, la difesa scozzese ritarda ad adattarsi su una corsa in diagonale e la palla arriva a Novell, che deborda fuori dalla portata di Hogg e si tuffa oltre la linea; da posizione difficile Farrell sbaglia la trasformazione ed il punteggio è di 6-12.
Anche se siamo ancora sotto break e manca mezz’ora la sensazione è evidente: questa Scozia non può vincere, punto e basta. Se c’era bisogno di una conferma, questa arriva al 55’: in seguito ad un fallo i bianchi giocano una touche dentro i 22. La maul non va da nessuna parte e la manovra porta la palla dall’altra parte, dove Youngs, subentrato ad uno spento Care, passa la palla all’apertura avversaria Russell. Questi fa due passi e getta via la palla con un inutile calcio anziché passarla al fulmine di guerra Hogg due metri alla sua sinistra che avrebbe avuto davanti una sconfinata prateria da percorrere fino ai pali bianchi. Un ‘occasione d’oro buttata letteralmente nella latrina.
Come sempre, chi sbaglia paga, e al 62’ arriva un fallo in mischia dei blu che Farrell trasforma nel momentaneo 6-15. Solo per la cronaca vale la pena aggiungere che poi, al 68’, Laidlaw ha un altro calcio per portare i suoi sul 9-15 grazie ad un offside della linea bianca.
Non succede più nulla fino alla fine, con gli scozzesi che ruminano manovre prevedibili e i bianchi che, appena prendono palla, la nascondono sotto i loro corpaccioni senza farla più vedere. Finisce, così, con una sorta di melina, in attesa che il tempo diventi rosso e si possa calciare fuori, si sa mai che gli scozzesi prendano palla e si ricordino che per vincere a rugby bisogna fare punti.
La vittoria inglese è meritata, anche se ancor più meritata è la sconfitta degli scozzesi, una squadra che fa quasi rabbia per la capacità di fare sempre quello che non dovrebbe nei momenti decisivi. Inoltre pare evidente che la squadra di Cotter abbia una sterilità offensiva a dir poco stupefacente: con una così scarsa efficacia in attacco è davvero difficile immaginarsi vittorie. Gli inglesi possono rallegrarsi di aver vinto e la vittoria è sempre il miglior carburante. Nessuno poteva aspettarsi che già alla prima uscita la mano di Eddie Jones trasformasse l’inguardabile squadra vista alla RWC in una macchina perfetta. Per ora c’è la vittoria ed è quanto serve; il resto, magari, arriverà in seguito.

I Tabellini:

Scozia: 15 Stuart Hogg, 14 Sean Maitland, 13 Mark Bennett, 12 Matt Scott, 11 Tommy Seymour, 10 Finn Russell, 9 Greig Laidlaw (c), 8 David Denton, 7 John Hardie, 6 John Barclay, 5 Jonny Gray, 4 Richie Gray, 3 Willem Nel, 2 Ross Ford, 1 Alasdair Dickinson.
A disposizione: 16 Stuart McInally, 17 Gordon Reid, 18 Zander Fagerson, 19 Tim Swinson, 20 Blair Cowan, 21 Sam Hidalgo-Clyne, 22 Duncan Weir, 23 Duncan Taylor.
Marcatori Scozia
Mete:
Conversioni:
Punizioni: Laidlaw (16, 37, 68)

Inghilterra: 15 Mike Brown, 14 Anthony Watson, 13 Jonathan Joseph, 12 Owen Farrell, 11 Jack Nowell, 10 George Ford, 9 Danny Care, 8 Billy Vunipola, 7 James Haskell, 6 Chris Robshaw, 5 George Kruis, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Dylan Hartley (c), 1 Joe Marler
A disposizione: 16 Jamie George, 17 Mako Vunipola, 18 Paul Hill, 19 Courtney Lawes, 20 Jack Clifford, 21 Ben Youngs, 22 Alex Goode, 23 Ollie Devoto
Marcatori Inghilterra
Mete: Kruis (13), Nowell (50)
Conversioni: Farrell (13)
Punizioni: Farrell (62)

jpr

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