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Da Corinto ai Barbarians alle Zebre, una vecchia storia in bianco e nero

Scritto da Rugby.it

Nel 1882 il signor Lane Jackson, stanco di vedere l’Inghilterra perdere a calcio contro la Scozia, decise di creare un club a inviti che raccogliesse i migliori calciatori dei club inglesi, in modo da permettere loro di giocare insieme più frequentemente. Al club diede il nome “Corinthian F.C.”, probabilmente in onore dello spirito sportivo che permeava l’antica città greca di Corinto, per secoli sede dei Giochi Istmici (Corinto si trova sull’istmo che collega la regione di Atene a quella di Sparta). A prova di quello spirito sta la prima “Lettera ai Corinzi”, brano del Nuovo Testamento, ove San Paolo invita gli abitanti cristiani di Corinto a rifarsi alla tradizione sportiva della città, come modello nel perseguire gli ideali religiosi.

da Wikipedia: La fama di Corinto era seconda solo ad Olimpia, sede dei giochi olimpici. Corinto ospitava i giochi istmici che, istituiti nel 581 a.C. in onore di Poseidone e Palemone, comprendevano gare ginniche, di lotta e ippiche.
Erano i giochi più solenni dopo quelli di Olimpia per numero di concorrenti e per afflusso di popolo. Inoltre la particolare posizione geografica di Corinto contribuì a dare ai Giochi istmici un carattere più socialmente aperto.
Ciò fornirà a Paolo argomenti validi per incoraggiare i cristiani corinzi con riferimenti proprio allo spirito delle gare: gli allenamenti, le corse, la ferrea volontà di conseguire i premi (La Sacra Bibbia: Corinzi cap. 9, versetti 24-27)

Torniamo in Inghilterra, a fine ‘800: insufflato dello spirito dell’antica Corinto, il Corinthian Football Club ottiene immediato successo e la sua fama si diffonde presto al di fuori dei confini britannici. Lo stile Corinthian rappresentava il più alto paradigma di nobiltà sportiva e può essere esemplificato dall’atteggiamento dei giocatori, che nel frattempo avevano scelto come colori sociali il bianco e il nero, in occasione di un calcio di rigore: essi non potevano concepire che un gentiluomo commettesse volontariamente fallo, perciò il calcio di rigore non aveva per loro senso; se era fischiato a loro favore lo spedivano con una pedata sopra la traversa; se era a sfavore, il portiere giaceva languidamente sul prato e guardava la palla entrare in porta…
Quest’alone di fair play, oltre alla bravura dei giocatori, idealizzò la figura del Corinthian Football Club e spinse alcune squadre nel mondo a trarne ispirazione: in Brasile il Corinthians (guarda il caso, è un club di San Paolo, la città dedicata all’autore della “Lettera ai Corinzi”…) ne adottò direttamente il nome e i colori sociali ed è tuttora uno dei team più forti del paese; in Spagna il Real Madrid ne copiò per una stagione i colori bianco (maglia) e nero (pantaloncini) e qualcuno sostiene che anche la classica ed attuale divisa tutta bianca delle “meringhe” sia un omaggio alla maglia bianca del vecchio club inglese.
Ma già nel 1890 nella stessa Inghilterra nacque un club rugbistico a inviti che del Corinthian voleva probabilmente, anche se non dichiaratamente, essere la versione “ovale”: i Barbarians!
Per accorgersi della parentela tra Corinthian Football Club e Barbarian (Rugby) Football Club basta osservare i loro loghi, quasi identici.

Il logo del Corinthian FC (a sinistra) e quello dei Barbarian FC (a destra)

Anche i Barbarians, come sappiamo, hanno scelto i colori bianco e nero, seppur a strisce orizzontali sulla maglia invece che spezzati tra maglia e pantaloncini. Il nome “Barbarian” invece non sarebbe un diretto riferimento a “Corinthian” ma sembra derivare dal fatto che questa selezione è “nomade”, senza una sede fissa, come nomadi in genere erano gli antichi barbari.
I Barbarians divennero a propria volta, con il tempo, fonte di ispirazione per altre squadre di rugby. Nel 1973 in Italia Marco Bollesan creò le Zebre, squadra a inviti dai colori ovviamente bianco e nero (nel 1997 a Brescia si giocò un memorabile Zebre-Barbarians, con vittoria italiana). E da quelle Zebre di fine XX secolo sono nate nel 2012 le Zebre attuali.
L’ultimo figlioccio di questo strano e un po’ intricato albero genalogico lo troviamo però in Brasile: nella neonata lega sudamericana di rugby (SLAR), al via fra due mesi, la franchigia brasiliana si chiama Corinthians Rugby, ha base in San Paolo e divisa nera e bianca.

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