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Ciao Rebecca…

Scritto da Rugby.it

Lettera a Rebecca, figlia del millennio

Ciao Rebecca, ci ho pensato a lungo prima di scriverti: non sapevo se ne avevo il diritto, non sapevo se era giusto farlo. Ma chi sa cosa c’è di giusto in un giorno in cui un fiore appena sbocciato viene portato via dal vento?
Potevi essere mia figlia, se fossi stato più giovane o mia nipote se fossi stato più vecchio, ma per me sei comunque una compagna di squadra in questa squadra strana di gente strana che insegue una palla ancora più strana. Ho sempre avuto una sorta di pregiudizio positivo nei confronti di chi si innamora di questo nostro rugby, perché ho sempre pensato che per amare uno sport così si debba essere un po’ speciali; raramente mi sono sbagliato e quindi sono certo che speciale lo eri anche tu. Perché si deve essere speciali davvero per essere una ragazza del millennio innamorata di questa cosa così antica. Molti messaggi in queste ore tristi avranno espresso il desiderio che tu possa riposare in pace. Io preferisco salutarti, invece, come anticamente si faceva quando qualcuno se ne andava: non dico “riposa in pace” ad una come te, che credo raramente si riposasse, sempre indaffarata ad inseguire i propri sogni. Preferisco dirti, come nell’antichità, “ti sia lieve la terra”. Sia lieve sotto i tuoi piedi affamati di corse a perdifiato, di palle ovali da calciare, da prendere al volo per un mark, da passare a una compagna, da schiacciare oltre la linea. Ti sia lieve la terra, Rebecca, lieve come è stato l’attimo che ti ha strappato da te stessa, dalla tua famiglia, da tutto ciò che amavi.
Ti sia lieve la terra…
jpr

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