Pare strano dire di un turno di coppa con due sconfitte che è stata una settimana da lustrarsi gli occhi. Ma di fatto così è stato…
The Good
Treviso e Zebre. Treviso arriva a un metro (o per meglio dire a un secondo) dalla storica vittoria contro la corazzata Tolone. E questo con una lista infortuni che è lunga quanto un romanzo di S. King. Parma fa un primo tempo da lustrini e paillettes contro Pau per poi andare in down nella ripresa con i rincalzi.
Nel mezzo del bicchiere mezzo pieno stanno una serie di questioni che conosciamo e di cui abbiamo già parlato: la rosa zebrata è enormemente sottodimensionata per affrontare campionato, coppe, impegni della nazionale con garanzia, non diciamo di continuità sportiva, ma di sicurezza degli atleti, spremuti e utilizzati per minutaggi non consoni ad uno sport così logorante come il rugby.
Treviso ha mostrato buonissime cose, qualche partita con sterilità in attacco ma in generale una quasi perfezione nelle fasi statiche (salvo soffrire un po’ con i giovinotti Traorè e Pasquali che però in campo aperto, soprattutto il primo, sono furie) e una tenuta fisica molto migliorata rispetto al passato. Però manca quell’istinto killer, quel “conserva la palla” o, alternativamente, “cerca di abbattere la preda ferita” che appartengono alla squadra forte che sa quando rallentare o quando accelerare. Insomma il famoso “saper vincere” che arriva se vinci molto…
The Bad
Nei campionati minori questa settimana ci sono stati alcuni pessimi episodi di ordine pubblico. Giusto definirli così quando degli spettatori entrano in campo o quando un giocatore a palla lontana tira un cazzotto spaccando la mandibola a un altro. Si tratta di fatti di violenza e questioni – come dicevamo – di “banale” ordine pubblico. Cose che competono alla polizia ed eventualmente alle magistrature perché di esse si occupano quel tipo di persone che dovrebbero essere l’esatto opposto del nostro mondo. Sia ben chiaro: sappiamo che non basta parlare di “valori del rugby” per far sì che essi diventino per magia reali. Quando a Firenze sentimmo dei bambini con accanto genitori e, teoricamente, educatori (sì perché gli allenatori questo sono molto prima di essere trainer), insultare giocatori della squadra avversaria nel cuore di un test match ebbene noi ci indignammo, urlammo “basta”, ma forse in qualche modo fummo omertosi. Forse il modo giusto era andare dal genitore, dal presunto “educatore” e far comprendere la gravità della cosa che partiva da bambini di 8-10 anni. Forse la cosa giusta sarebbe stata parlare con i bambini, immergersi in quell’ombra scura e combatterla invece che dare una pennellessa di bianco sperando che magicamente le cose si risolvessero da sole.
Capire i modi giusti non è mai facile, però il punto di partenza è forse comprendere che la fatica di salvare le leggi e lo spirito del gioco è questione comune e quotidiana. E invece ci capita spesso, quando succedono questi fatti, di leggere gente che giustifica, altri che dicono “Ai miei tempi era peggio”. Consapevolezza e azione, far capire che questo sport è una disciplina dove si combatte lealmente non un recinto elettrificato per rissaioli di lingua e di bicipite.
Pete Atkinson
Una cosa che pare abbastanza evidente di questi ultimi tempi è la maggiore tenuta fisica dei nostri giocatori. Spesso accadeva che al 40esimo molti dei nostri finissero la birra. Certo dietro al calo fisico c’erano, ci sono anche banali questioni sportive: se placchi il triplo dell’avversario, se hai il 20% del possesso, se devi difendere alla garibaldina e non hai mezzi per alleggerire la pressione è anche scontato che consumi molto di più. Però pare di vedere anche una migliore prestanza fisica: se sia merito dei nuovi metodi di allenamento del consulente per il fitness Pete Atkinson o di altro non sappiamo dirlo. Ma valutiamo ovviamente la cosa come enormemente positiva.
Long long pass
Solitamente quando dalle tribune uno li vede dice subito “NOOOO”. Parliamo di quei passaggi lunghi lunghi, solitamente molto appetiti dai giocatori che fiutano l’intercetto. Quei passaggi che se non ben eseguiti sono letali ma che se sono tesi, precisi, spesso liberano comode occasioni di meta, ripartenze veloci che mettono in crisi le difese. Il video ce ne mostra un po’ (di quelle a lieto fine)…