Cuthbert Good della settimana. Chistolini Bad. E poi due fattori fondamentali nel rugby moderno: la chiappa e l’evitamento delle cavolaggini.
Un punto di bonus, qualche buona meta, la penultima giornata conferma un mix di svarioni e voglia di lottare con gli altri allo stesso livello, una fusione di sensazioni di rinascita con la permanenza di storici limiti. Passiamo il derby e preparamici per l’anno prossimo con il vigore di chi vuole proseguire a migliorarsi.
The Good
Alex Cuthbert. L’ala gallese mostra l’intelligenza difensiva e il senso per le situazioni. Salva una meta in cui Canna doveva solo appoggiare l’ovale a terra. Mette una manona preveggente intorno al braccio della nostra apertura e impedisce in modo sublime la marcatura.
Vedete il tutto al minuto 42 del video qui sotto. Tornare qui quando si vuole fare un ripasso della lezione numero 1 di difesa: tenere sempre l’attenzione a 10 mila e saper capire le situazioni in anticipo.
The Bad
Dario Chistolini. Il nostro Chisto si fa espellere per un cazzottone dopo un fallo (un po’ bruttarello) che pigliano le zebre. I quadrupedi bicolor avevano fatto una faticaccia per tornare in partita dopo essere stati sotto 23-3 e 30-10. Sono riusciti ugualmente ad arrivare ad un bonus lottando come leoni (pur essendo zebre) ma lo hanno fatto con un grande handicap, l’uomo in meno evitabile. Ci sta il nervosismo di essere dominante in chiusa e non concretizzare, ci sta una certa irritazione contro falli professionali (ricordiamo un Navidi che entra un po’ e penzolone in una maul e fa arrivare un turnover che doveva essere un fallo per Parma) come quello nell’azione del giallo.
Però – lo diciamo spesso – deve sempre prevalere la testa. Da un giallo con superiorità si è passati ad una sanzione che ha lasciato la tua squadra con un uomo in meno per tutta la partita. Saldezza dei neuroni: primo obiettivo per l’anno prossimo. E queste partite si vinceranno, anche in trasferta, senza tanti patemi.
Il senso per la cavolaggine
Una cosa su cui dovranno lavorate tanto tanto Venter, O’Shea, Catt, Jimenez, Crowley, De Marigny e chiunque altro li aiuterà l’anno prossimo sarà, in difesa e in attacco, la gestione delle fasi di gioco rotto o da testa un po’ “relaxed”. Esempio da manuale: la meta che le zebre prendono dopo il 23-10. I nostri erano sotto 23-3, hanno fatto percussioni notevoli per fare meta senza riuscirci a fine primo tempo, hanno continuato a farlo per l’inizio del secondo, usando la mischia e, chiusa dopo chiusa, alla fine ci sono arrivati con una meritata marcatura tecnica (e in più l’uomo di vantaggio per un giallo agli avversari). Il classico momentum in cui la partita può cambiare a tuo faovere: 20 minuti di fatica ma un 23-10 con ulteriori 10 minuti di vantaggio numerico da giocare.
Ma proprio in quel momento, esattamente in quel momento, ecco arrivare la cavolaggine (cavolata + stupidaggine, insomma una cavolata – o una stupidaggine – al quadrato). Cardiff batte il calcio di inizio. La palla arriva a M’banda con grande pressione avversaria. Maxime fa un off-load killer ma la palla resta nostra. Violi fa un passaggio killer ma la palla arriva lo stesso a Canna. Che fa un calcio killer con uomo già sui suoi piedi. Un suicidio assistito clamoroso, 20 minuti di fatica per marcare e 10 secondi di follia per essere ripassati.
Sappiamo benissimo quanto sia difficile stare in campo e dover gestire situazioni su situazioni complesse, decidendo in un secondo. Ma purtroppo questa è ancora la nostra grave mancanza: la cavolaggine che, prima o poi, i nostri avversari sanno che faremo…
A volte ci vuole solo un po’ di chiappa
Certamente la testa. Sì, anche la tecnica. Ovvio: non deve mancare la tattica e un buon game plan. E poi una gestione al piede ottimale, piazzare bene, avere buona mischia, touche oliata, fitness con resistenza per 80 minuti, evitare cavolaggini (vedi sopra).
Ma. Ma la chiappa a volte fa il suo. Vedasi prima meta di Munster contro Treviso, dove ci sono almeno 3 situazioni chiappa: off load casuale che finisce tra la mano e la testona del compagno ma non va avanti e cade proprio nelle mani di un altro compagno, orrenderrimo calcio il cui rimbalzo supera (indietro) chi il calcio l’ha fatto e finisce ad un altro compagno, passaggio finale ad altezza secondo piano del condominio che però non si perde comunque. E la meta arriva comunque, meta classicamente di chiappa…
Il tutto a inizio video.
Foto: sito ufficiale Zebre rugby.
Joseph K.