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The good & The bad

tv celtic league
Scritto da Rugby.it

Come battere gli All Wins? Chi ha rubato la Tv al Pro 12? E se invece che spingere, qualche volta tallonassimo? The good & The bad

Leggiamo che solo 30 mila biglietti sono stati già venduti per Italia – All Blacks, una partita che in passato ha sempre fatto registrare il sold out. Signori, cosa state aspettando? Immaginiamo che le vendite per Bokke e Tonga siano abbastanza fiacche, visto che non si annunciano numeri di vendita. Signori, cosa state aspettando? Arriviamo pur sempre da 2 vittorie e questa squadra va sostenuta in partite che saranno non difficili, di più…

The good Pumas

L’invincibile armata delle tenebre, i nerovestiti All Wins, i piallatori di difese, gli schiacciasassi australi, per qualche minuto, per un po’ di tempo, per almeno un tempo, hanno un poco tremato. Stiamo parlando degli All Blacks, “colpevoli” di un meritato dominio che però sta mandando in crisi i colleghi del sud con team che avrebbero bisogno di un analista jungiano (Sudafrica) e altri che cercano di “tirà innanz”, come si dice dalle parti sopra il P0, di tirare avanti (Australia).

Di fronte a questi rulli compressori qualcuno ci ha messo un po’ di sana garra, di orgoglio che magari sconfina nell’esagerazione e nell’errore banale, di voglia di lottare e far vedere che, “Ehy amico, sarai il più forte ma io con te non perdo, io con te mi batto, e se mi batti non sarò battuto ma al limite mi sarò battuto”. Questi spettacolari Pumas mettono in piedi un ritmo indiavolato, un gioco veloce di passaggi al limite, di ripartenze sparagnine che riesce persino a palesare qualche incertezza nella difesa AB (incredibile dictu): ad esempio nelle difese sulle ruck, a causa della loro tendenza a lasciare meno uomini possibili dopo che la palla è stata conquistata dall’avversario, sono stati uccellati in qualche caso proprio da corse “sopra la ruck”, mentre erano già posizionati ai fianchi il buco è arrivato al centro in stile assalto frontale- LuigiCadorna. Bravi Pumas e O’Shea segnati un po’ di appunti almeno per fare qualche meta tra 2 mesi.

The bad

E la Tivvù non c’è più. Abbiamo letto l’annuncio che il meritorio portale Rugby Channel trasmetterà tutte le partite prodotte dal Pro 12. Significa che il rugby celtico andrà live in streaming sulla Rete Internet. Non male come cosa dato che si potranno vedere anche tutte le altre partite senza limitazioni e soprattutto in modo legale. Ma cosa abbastanza significativa per capire lo stato dell’arte del nostro rugby: non si trova una che una Tv che voglia pigliarsi sta Celtic League? Dopo anni in cui il torneo è stato mandato su tv fallite, su tv che si scordavano di far cominciare le dirette, su Tv che annunciavano le partite salvo poi mandare la replica della finale di Coppa delle Coppe del ’91. Dopo anni di indecisione e promesse ora siamo del tutto senza Tv. E l’Italia, se ricordiamo bene, aveva garantito di portare soldi come diritti tv al posto della famigerata tassa di ingresso che ogni anno paghiamo per giocare questo torneo e arrivare sistematicamente ultimi (o quasi). Di tanto in tanto qualche bilancio si dovrà farlo perché essere senza Tv che trasmettono il principale campionato, avere stadi non più così tanto sold out per la nazionale, avere un bilancio probabilmente in rosso, avere team che perdono, una under 20 che da tanti anni lotta per non retrocedere nel mondiale B (e qualche volta scende), un seven in stato embrionale, un campionato nazionale che perde tifosi… Ecco non tutto è nero, però sarebbe bello trovare nelle prossime elezioni di questo fine settimana un momento di aggregazione in cui costruttivamente si parla dei problemi e del futuro del rugby senza inutili schiamazzi da pollaio.

Che ritmo!

Sopra abbiamo dato il The Good della settimana ai Pumas. Ecco, guardate solo 1 minuto di questa frenetica partita, guardate in 60 secondi cosa succede, come si tiene vivo il gioco, come si riparte, la capacità di trovare soluzioni, di improvvisare, anche di esagerare.

Guardate questo minuto di splendido rugby.

E tallona questa palla!

Tendenza che dovremmo imparare. Se anche gli All Blacks, appena la palla viene introdotta, quasi sempre tallonano all’istante, se lo fanno super-team come Leinster, perché pure noi che spesso soffriamo e stiamo a sfiancarci in guerre di avanti non lo possiamo fare? Certo l’obiezione è semplice: non talloniamo veloce perché speriamo di pigliare qualche punizione da mischia e riguadagnare terreno, non talloniamo veloce perché da sempre la nostra mischia se la gioca, “ti ricordi no a San Siro?”.

Tutto vero, però ultimamente la mischia azzurra e anche le mischie delle squadre celtiche non sta esattamente dominando sempre: dunque se ci accorgiamo in partita di avere la giornata storta, se ci accorgiamo che il referee fa comunque giocare anche se sono crollati i 6 davanti o il raggruppamento è girato di 450 gradi, se ci accorgiamo che proprio non ce n’è, beh il tallonaggio iper-rapido diventa un’opzione da non tralasciare. Per altro proprio Crowley con il suo Canada è stato maestro di questo genere di situazioni. Come si sul dire: impariamo e portiamo a casa. Che può sempre servire.

E l’omone restò in mutande (o quasi)

Le magliettone di una volta, quella lanaccia dura, ruvida che sebrava sudata anche se non sudavi, con quei collettoni eleganti rigorosamente di colore diverso da quello del resto della maglia, quelle palandrane non si rompevano nemmeno se ti grattugiavi sulla ghiaia del peggior campo di periferia. Le maglie moderne sono performanti, aderenti per evitare il famoso “placcaggio alla maglietta”. Però si spaccano…

joseph k.

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